Le disfunzioni olfattive e gustative sono piuttosto comuni in COVID-19, soprattutto nei pazienti paucisintomatici che costituiscono la manifestazione clinica più frequente dell’infezione.

Una temperatura elevata o febbre e una tosse continua sono alcuni dei primi segni dell’infezione da COVID-19, dal maggio 2020 è stata riconosciuta come sintomo comune anche la perdita dell’olfatto. Secondo il British Medical Journal, metà dei pazienti affetti da COVID-19 sembrano perdere l’olfatto, mentre il 16% di loro sperimenta questa “anosmia” come sintomo isolato.

In assenza di una malattia infiammatoria dimostrabile osservata con l’endoscopia o la diagnostica per immagini, è improbabile che l’inizio del trattamento con corticosteroidi possa apportare benefici ai disturbi olfattivi post-COVID-19, come avviene per altre cause di disturbi olfattivi post-infettivi.

Altri farmaci che hanno dimostrato di essere promettenti in caso di disturbi olfattivi post-infettiva includono il citrato di sodio intranasale, che si pensa moduli le cascate di trasduzione dei recettori olfattivi, la vitamina A intranasale, che può agire per promuovere la neurogenesi olfattiva, e gli omega-3 sistemici, che possono agire attraverso mezzi neuroregenerativi o antinfiammatori. Questi ultimi 2 farmaci possono servire come terapie adiuvanti nella formazione olfattiva.

Tuttavia, ad oggi, non vi sono prove che queste terapie siano efficaci nei pazienti con disturbi olfattivi legati al COVID-19.